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Intervista
Stefano Mancini è il direttore tecnico nazionale della Word Ju-Jitsu Federation Italia TM, con lui parliamo di questa disciplina.
1) Maestro, per prima cosa una domanda personale, come è arrivato al Ju-Jitsu?
Dopo una esperienza agonistica molto intensa nel canottaggio ai tempi degli Abbagnale ho sentito il bisogno di provare a intraprendere le arti marziali avvicinandomi al karate prima e al Ju-Jitsu poi arrivando nell’82 anche ad un titolo italiano.
La svolta decisiva è arrivata quando in un corso di aggiornamento di Ju-Jitsu a Liverpool ho incontrato il maestro Robert Clark rimanendo colpito dal metodo innovativo, dalla sua abilità tecnica, dall’energia del suo insegnamento.
2) E’ stato difficile passare dall’agonismo a qualcosa di completamente diverso?
Non per me, se una cosa ti piace e ti interessa ti metti in discussione volentieri. Lo sport agonistico ti dà una forma fisica eccezionale ma non credo sia la competizione, il confronto con un altro ad arricchire il tuo bagaglio tecnico ma lo sforzo costante nel diventare migliori per noi stessi e non per sopraffare qualcun altro.
Con il Ju-Jitsu ho trovato il modo di coltivare sia la tecnica fisica che la forma mentale.
3) Quando ha deciso di fondare una sua scuola italiana?
Gli insegnamenti del maestro Clark ed il suo esempio hanno fatto maturare in me l’esigenza di trasmettere ad altri l’enorme bagaglio tecnico acquisito negli anni.
E’ stato veramente naturale diventare un maestro pur continuando ad essere un allievo.
4) Quale pensa sia l’elemento distintivo del Ju-Jitsu?
Le discipline orientali si basano su una filosofia di vita, di semplici regole, come amicizia e rispetto reciproci, che tracciano una linea che se vuoi puoi seguire anche nel quotidiano.
Ti insegnano il comportamento, il modo di pensare più giusti; aiutano ad affrontare gli inevitabili fallimenti ed errori, e in definitiva permettono di affrontare con equilibrio le difficoltà della vita.
5) Non pensa che il Ju-Jitsu possa sviluppare l’aggressività?
L’aggressività, specialmente nei bambini, è una componente naturale che, gradualmente con la pratica del Ju-Jitsu viene incanalata e controllata nella sua parte positiva, rappresentata dall’energia e nel controllo della forza.
Lo stesso vale anche per i giovani, con l’allenamento si arriva a non sentire più il bisogno di dimostrare quanto si è forti, inoltre chi si sa difendere è più tranquillo, più sicuro di sé, meno prepotente e in definitiva rischia meno perché non deve dimostrare nulla.
6) Sono molti i bambini che praticano questo sport?
Sì per fortuna, i genitori iscrivono volentieri i propri figli e spesso si iscrivono anche loro!
Nei bambini il Ju-Jitsu a livello motorio stimola i riflessi e abitua a coordinare i movimenti.
Gli esercizi seguono un programma didattico specifico per i bimbi redatto dalla federazione inglese.
7) Per gli adulti quali sono i principali vantaggi?
Gli adulti sono molto interessati all’autodifesa, al mantenimento della forma fisica e dei riflessi mentali, tutte qualità riscontrabili nella pratica del Ju-Jitsu.
Essendo inoltre un’arte marziale completa il programma prevede l’uso delle armi giapponesi (nunchaku,tonfa, sai, kama, naginata, katana, jo, bo) sotto forma di kata, combattimenti senza avversario e la messa in pratica di tecniche di autodifesa.
Gli allenamenti per i più esperti tendono a far diventare le armi una estensione del corpo e il kata si gioca tutto sull’abilità.
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